Introduzione della Madre Generale

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  Operai per il Regno … il sogno di un carisma

Saluto e apertura del Convegno 2-8 Gennaio 2009

di Madre M. Diodata Guerrera FDZ

                 Con grande gioia porgo il mio affettuoso saluto a tutti voi presenti in questa qualificata assemblea ... e questa assemblea è qualificata non solo per la multiculturalità, che già da sola ha in sé una forte valenza di valori etnici e religiosi, ma anche per la presenza di laici che insieme a noi sono impegnati ad essere operai per il Regno affinché il  sogno  del Carisma, che il Signore ci ha affidato, diventi una realtà viva, vissuta e testimoniata in ogni angolo della terra.

Il nostro essere qui, oggi, è un’ ulteriore tappa del cammino dell’Istituto che ha ricevuto, dal Capitolo ultimo scorso, il mandato di focalizzare la sua missione nella identità carismatica, nella dimensione comunionale e nella condivisione con i fratelli.

Il Convegno internazionale celebrato nel mese di luglio del 2007 avente come slogan  Camminiamo insieme per rendere più missionario il volto della nostra Famiglia religiosa” ci ha coinvolte profondamente al punto che, alla fine dei lavori, e certamente sotto l’azione dello Spirito, sempre più convinte, abbiamo affermato che dall’ascolto orante di Gesù, dall’icona di Maria nella casa di Betania e dallo stare dentro il suo divino Cuore, scaturisce la nostra identità apostolica.  Infatti, è proprio dalla esperienza personale con Cristo, dall’intimità con Lui vissuta quotidianamente, che ha senso e prende vita il nostro impulso apostolico.

Per approfondire tale verità ho indetto nel 2008 per la nostra Famiglia Religiosa un Anno vocazionale, che è stato un anno di grazia, quasi un  “giubileo”  per fare memoria del mistero della chiamata, della nostra chiamata, con la finalità di rinsaldare la gioia della vocazione ricevuta a livello personale, comunitario e di Istituto, facendoci guidare in tutto ciò dallo slogan “Seguendo Cristo con zelo e fedeltà”.

Ora per potenziare ed  irradiare questa fiamma che si è sempre più accesa in noi e con la quale vogliamo essere luce per la Chiesa e per la vita di tanti fratelli e sorelle che il Signore mette sul nostro cammino, celebriamo il presente Convegno internazionale sulla Pastorale Vocazionale. Il nostro convenire qui, oggi, quindi, ci vede impegnati nella verifica e nel rilancio sempre più qualificato dell’animazione e promozione vocazionale, missione che ci è peculiare per Carisma e che le necessità della Chiesa e del mondo ci chiedono.

Queste giornate di preghiera, di studio e di approfondimento vogliono essere l’espressione concreta del nostro amore per Cristo e con Lui metterci a servizio della messe con intelligenza e zelo per la maggior gloria di Dio e l’avvento del Suo Regno.

Il presente convegno tratta un tema ampio e impegnativo che ci interpella, ci fa riflettere e ci pone alcune domande:

Ø   Ogni vocazione viene da Dio, ma giunge alla persona attraverso la mediazione della Chiesa e, quindi, anche attraverso la nostra mediazione.

Siamo consapevoli che Dio si affida a noi per far giungere ancora oggi la sua chiamata?

Ø   Noi, Figlie del Divino Zelo, per vocazione e per missione, attraverso il Rogate, siamo chiamate ad essere generatrici ed educatrici di vocazioni.

Questa certezza si legge sul volto di ciascuna Figlia del Divino Zelo e sul volto delle nostre comunità?

Ø   Sperimentiamo  personalmente i  bisogni e le urgenze della messe e la scarsità degli operai necessari.

Quale azione fattiva sappiamo creare per svolgere il servizio di una pastorale vocazionale che la Chiesa, i giovani, le famiglie si attendono da noi?

Ø   In un mondo dove sembra che tanti non siano più in grado di ascoltare, la vocazione resta la voce di Dio che chiama per nome: c’è una parte di messe che non sa di essere oggetto della chiamata di Dio, un’altra parte sa ma non riesce ad udire, c’è chi riesce ad ascoltare ma non ha la forza di rispondere, ci sono poi coloro che rispondono ma poi si perdono per strada, altri che vivono nella mediocrità anche una scelta importante.

E noi?  Come tutto ciò ci interroga e ci sfida?

Certamente siamo convinti che ogni vita è vocazione e come tale va vissuta per raggiungere la sua pienezza:  si tratta di amore, amore dato, ricevuto e trasmesso, si tratta di amore divino. Noi "non siamo figli del caso, non siamo gettati in balia degli eventi, ma conosciuti, voluti e attesi".  Per tutti, però, c’è un percorso, un itinerario da realizzare verso il compimento, una traccia da seguire fino alla pienezza definitiva di sé; si tratta di una vocazione che riguarda ogni persona, di una chiamata sempre in atto.

Come già ho affermato, il mondo, soprattutto quello giovanile, chiede guide, ha bisogno di chi si faccia accanto a loro per dare un orientamento alla loro vita. Noi siamo queste guide, noi, Figlie del Divino Zelo, siamo queste sorelle che devono aiutare ad ascoltare la voce di Cristo.  Perciò è vitale il nostro fattivo impegno di Pastorale vocazionale specie con i giovani.

Ben a proposito nella nostra Ratio formationis si afferma: “Tutto l’Istituto nelle sue diverse espressioni: province, delegazioni, comunità locali, e ogni singola Figlia del Divino Zelo ha il compito di mostrare, con la parola e con l’esempio, che seguire Cristo è bello. Collaborare con Lui per noi, “operaie nella sua messe”, è rispondere in prima persona al suo appello, è partecipare alla diffusione del Suo Regno, è rispondere “sì” al progetto, è stare con Lui, rimanere nel suo amore … e tutto ciò diviene fonte di gioia, anche quando richiede di portare la croce con Lui” (Cammino di formazione n. 122).

Siamo anche convinte che alle Comunità religiose si chiede di diventare sempre più spazi contemplativi nei quali  il segreto di Dio può toccare il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo”, ma anche luoghi di accoglienza dei giovani con le loro ansie, gioie e desideri.  È questo il contributo peculiare che ci è chiesto, diversamente la nostra vita religiosa perde la sua connotazione di vita consacrata cristiana.

 Senza queste certezze e convinzioni siamo solo unIstituzione che porta il peso e il disagio delle opere sociali con tutta la problematica del nostro tempo e tutti i nostri sforzi rimangono solo unimmane spazio filantropico.

Noi consacrate e voi laici che condividete con noi il carisma, pur nello specifico della vostra realtà laicale, siamo chiamati a portare nel mondo il grido appassionato del Cuore trafitto di Cristo per far sì che le nostre opere diventino unautentica realtà agapica.

                  In questi giorni, vivificati dalla virtù della Speranza, vogliamo lasciarci interpellare da Cristo, in un atteggiamento di ascolto e di preghiera, di confronto e di dialogo. Desideriamo, quindi, rivedere le nostre convinzioni, i nostri stili di vita, le scelte che stiamo attuando e focalizzare le eventuali inadempienze a livello personale e comunitario, di opere e di strutture, confrontandoci e verificando la qualità della nostra appartenenza a Cristo per  intensificare e qualificare la nostra presenza pastorale a favore della promozione vocazionale.

Sorelle ed amici carissimi, questo Convegno ci farà sicuramente sperimentare la gioia di incontrarci, ma esso è prevalentemente una nuova chiamata del Signore per sentirci ancora una volta invitati ad andare a lavorare con Lui nella sua Vigna con zelo ed intelligenza. Questa consapevolezza ci sfida a portare una ventata di aria nuova, di intraprendenza evangelica, di novità pastorale nelle nostre comunità religiosa, nelle nostre famiglie e nelle nostre realtà parrocchiali ed ecclesiali.

Affidiamo il buon esito di queste giornate di riflessione e di approfondimento all’intercessione di Padre Annibale Maria Di Francia, della madre Nazarena ed in particolare della Santissima Vergine, nostra Divina Superiora e Madre, perché ci renda persone sempre più innamorate del Figlio e anime di orazione e di carità apostolica, così come lo fu Lei, madre della divina Rogazione.

 

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